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CURIOSITA NEL REGNO UNITO

C’è un vecchio detto che dice che “tutto il mondo è paese”, ed alludendo al fatto che tutti sappiamo che ogni cultura ha le sue stranezze, a me verrebbe da dire in questo caso che “in ogni paese c’è un mondo”. E nessuna frase si potrebbe rivelare più azzeccata di questa considerando l’argomento che sto per introdurre. Ebbene sì, perché sto per parlarti di alcuni fatti strani e curiosità che riguardano il Regno Unito che potrebbero perfino sorprenderti!

Insomma, se oltre che dalla lingua inglese, sei anche appassionato di tutto ciò che concerne la Britannia, allora ti suggerisco di leggere questo articolo. Partiamo quindi, non perdiamoci in chiacchiere ed incominciamo subito! Let’s get started!


Hai presente quel simpatico contenitore a forma di maialino? Sì, quello fatto in ceramica o altre volte in porcellana che di solito viene utilizzato per riporre ed accumulare monetine. Su via, scommetto che perfino tu da bambino ne avrai avuto uno. Sai perché aveva questa forma?

Secondo una dell’ipotesi più accreditate in giro, pare che nell’antichità, la popolazione inglese era solita a conservare i propri risparmi in barattoli fatti di una specie di creta utilizzata nel XV secolo anche per piatti e bottiglie chiamata “pygg”, perciò questi contenitori erano chiamati “pygg jar”, ed è così che successe che dato che questo termine fosse così simile alla parola “pig” di maiale, ben presto venne scambiato per il nome dei suini. Ma non solo! I vasai iniziarono a dare ai portamonete la forma di questo simpatico animaletto. Il nome attuale di questi salvadanai? Oggi vengono chiamati “piggy banks”.

Immagina di stare per prendere un bus oppure di essere in attesa per entrare in un museo o alla posta, o al supermercato. Ecco qua che se sei in Italia, la normalità sarebbe quella di vedere scattare la gara tra i presenti per inventarsi il modo di scavalcare la fila, sgomitando ed imprecando anche.Tanto è così che si potrebbe dire che c’è perfino dell’arte in questo impegnarsi e darsi da fare per riuscire ad evitare di rispettare le code, ovunque ci si trovi. 

Beh, sappi che per gli inglesi e gli scossesi si potrebbe tranquillamente definire questa pratica come sacra. Perciò se non vuoi farti dei nemici in questi luoghi, togliti dalla testa ogni minima intenzione di accalcarti o cercare di superare chi ti precede con qualche escamotage. Al contrario, respira profondo ed aspetta il tuo turno, se non altro tieni presente che prima o poi toccherà anche a te!


Se ti trovassi in giro per le strade di Londra poi, ed ad un certo punto ti scappasse di fare la pipì, andando in un bagno pubblico ti troveresti davanti ad una “stranezza”: e sì, perché non ci sono i miscelatori da quelle parti. Infatti davanti a te ti ritroveresti con due rubinetti separati nello stesso lavabo. Morale di tutto ciò? Preparati a congelarti o ustionarti!

Tuttavia se vogliamo rimanere sull’argomento, ci sarebbe da aggiungere ancora un altro particolare che riguarda i loro bagni: non sanno cosa sia il bidet, e quando dico “non sanno”, è perché non lo sanno sul serio. Questa sorta di strano lavandino basso (cosi definito da loro in alcuni casi) non è pervenuto e questa no è solo una stranezza per noi umili praticanti della nobile arte del pulirsi il sedere e non solo, ma è un dato di fatto che provoca non pochi disagi. Perciò se hai in programma di fare un salto in questa famosissima città, che dire? Ti rimane solo fartene una ragione e trovare tattiche per l’igiene personale alternative.


Sono sicura che se io te dicessi che la lingua inglese non sempre fu quella considera come ufficiale per l’Inghilterra, faresti un po’ di fatica a crederci. Eppure è proprio così! Dal medioevo fino al XIV secolo fu il francese ad essere la lingua ufficiale dell’Inghilterra e della corte britannica, soppiantata con fatica dal dialetto normanno introdotto da Guglielmo il Conquistatore dal 1066 in poi.

E con la bandiera inglese come la mettiamo? Incominciamo per dire che chiamarla “bandiera inglese” è un errore, in quanto quella chiamata con il nome colloquiale “Union Jack” (che sta per l’istituzionale Union Flag), è la bandiera del Regno Unito. Questo è uno sbaglio che a dire il vero fanno in tanti. C’è però una ragione anche per questo: a dare vita a questo simbolo dell’unione delle nazioni britanniche sono tre bandiere, contrassegnate da delle croci (croce di San Giorgio-Inghilterra, croce di Sant’Andrea- Scozia e croce di San Patrizio-Irlanda), fuse in un’unica insegna.

Tuttavia ti va di sapere qual è l’origine di questo nomignolo? Come in tutte quelle altre occasioni in cui la tradizione affonda le radici nel passato, anche questa volta non vi è nessuna spiegazioni precisa. Si sa per certo che fu introdotta agli inizi del ‘700 durante il regno della regina Anna. Per il resto le teorie sono al quanto controverse. Una tra le tante collega il nome della bandiera alla giacca (jacket) indossata dai soldati inglesi e scozzesi, per altri è legata al nome del re Giacomo VI, stiamo parlando quindi del sovrano che regnava nel periodo in cui la Scozia e l’Inghilterra diventavano un unico regno. Per altri invece il termine è riferito alla bandiera che Carlo II volle che sventolasse su un’estremità delle navi inglesi e guarda caso jack significa (tra le altre cose) bandiera di bompresso.


Cosa aggiungere? Come accade in ogni luogo su questo pianeta, di fatti peculiari e curiosità che hanno a che fare con le terre britanniche ce ne sono davvero un’infinità. Queste effettivamente sono solo un assaggio in realtà. Tuttavia se vuoi sapere di più, non ti scoraggiare, ci torneremo sull’argomento!

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Pubblicato da corsiling

Marcela Mingrone, argentina di Buenos Aires, ufficialmente è una insegnante d'inglese ed ufficiosamente una traduttrice. Nata e vissuta nel suo paese nativo per i suoi primi anni di vita, si trasferisce in Italia, paese che tuttora l'accoglie e che lei ha fatto casa sua. dopo i suoi studi sulla lingua inglese. e durante il suo percorso come insegnante, prova sulla propria pelle cosa vuol dire imparare ed insegnare con metodi tradizionali, sinonimo, nella maggior parte dei casi, di corsi noiosi e perfino austeri, ottenendo come risultato apprendimenti faticosi ed inefficaci. È così che nasce una tecnica di insegnamento tutta sua. Portando la sua esperienza come allieva e la sua capacità come insegnante, si dedica ad educare. grandi e piccini, servendosi del divertimento, tuttavia senza tralasciare l'importanza e la qualità dei contenuti. Consapevole di non poter insegnare la lingua inglese come lo farebbe un nativo anglosassone, la sua tecnica si focalizza su tutte quelle difficoltà che un italiano deve affrontare quando si affaccia all'apprendimento di questa lingua, capendo ed anticipando quelli che possono essere gli ostacoli durante lo studio, e proprio perché affrontate da lei stessa nel proprio percorso formativo.

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