Mιιι…coмe ѕoɴo coɴғυѕ@! – CONFUSING VERBS

Verbi simili in inglese

Uno degli errori ricorrenti in cui ci si può imbattere quando si cerca di parlare in una seconda lingua, è quella di tradurre letteralmente ogni singola parola, ogni verbo, come se si stesse parlando nella propria lingua madre. Ed è proprio così che poi si finisce per combinarla veramente grossa facendo delle sbagliare figuracce da premio Nobel. ಠ_ಠ

C’è davvero da perdere il conto di tutte quelle occasioni in cui ci si può trovare a dover scegliere tra verbi apparentemente con lo stesso significato, tra l’italiano e l’inglese, per poi capire che si ha scelto quello scorretto.

Così s’impara sulla propria pelle che non è compito da poco cercare di capire la differenza tra questi verbi, le piccole sfumature di significato che le contraddistinguono. Ma non ti demoralizzare prima del tempo! Rimane pur sempre un obbiettivo raggiungibile. Insomma, la ci si può fa!

Ecco, in questo articolo analizzeremo il primo ‘gruppo’ di verbi inglesi che possono creare della confusione, e questo perché alcuni dei loro significati coincidono con quelli della propria lingua di partenza. Sono quelli denominati “CONFUSING VERBS”. E’ ovvio che in questo spazio non riuscirò ad elencarteli proprio tutti, e tanto meno in un unico servizio, tuttavia ti riporterò quelli di uso comune, quelli che sono più portati a trarre in inganno. Incomincerò subito con qualche trucchetto, ‘some trick’’, grazie ai quali, apprendere i loro significati, distinguere il giusto impiego dei seguenti verbi: TO SEE, TO LOOK, TO WATCH, comunemente tradotti come “vedere/guardare”.

Qual è però la differenza tra questi verbi? Quando e perché usare uno o l’altro? Cosa li caratterizza? Te lo dico subito!

To See, indica l’azione di vedere un qualcosa o qualcuno involontariamente; è qualcosa che fai naturalmente, senza pensarci troppo; una cosa inconsapevole. E’ quella percezione che capita quasi e solo perché hai gli occhi per vedere e l’immagine ti arriva alla vista da se, senza che tu abbia deciso di voler vedere. Provo a spiegarmi meglio…

Metti che sei seduto in spiaggia e tutto ad un tratto ti passa davanti un cane correndo, “piombando” nel tuo campo visivo. Non l’hai cercato con gli occhi, non è stato volontario il vederlo, non sapevi neanche doveva passarti davanti.

I see the dog running on the beach”

Devi fare attenzione però, perché questo non è l’unico significato che il verbo “To See” può assumere. Avevi qualche dubbio in contrario? E che te lo dico a fa!
“To See” può voler dire anche “to understand/capire”. Non ci credi? Leggiti la seguente frase.
“I see what you mean.”

To Look, richiede la preposizione “AT” per legarlo all’eventuale complemento oggetto (look+at +object). Fa riferimento a quel “guardare”, “dare un’occhiata”, ci si concentra su di un qualcosa di particolare rivolgendo lo sguardo su di un qualcosa di preciso. La percezione è volontaria, il che vuol dire che guardi perché lo decidi tu, decidi di dirigere il proprio sguardo su di un qualcosa di preciso. L’oggetto soggetto a visione però è fermo, l’attenzione su esso è di breve durata e non c’è un’attenzione-interesse particolare nel “voler vedere”. Esempio?

Torniamo a quella spiaggia… Un tuo amico ora si gira verso di te e puntando il dito su di un punto nell’infinito ti dice: “Guarda là! C’è un veliero!” La tua attenzione si sposta da quello che stavi guardando a quello che il tuo amico ti sta ora indicando. C’è la tua volontà nel voler vedere quello che lui ti sta segnalando, ma dura il tempo necessario ad identificare quel veliero, in questo caso, per poi tornare al tuo.

Look there! There is a sailing ship!” /“Guarda là! C’è un veliero!”

Look at that sailing ship!” /”Guarda quel veliero!”

To Watchcome “Look” è un verbo usato quando c’è una percezione volontaria, ma usato quando l’oggetto soggetto alla visione è in movimento e quando si è attenti alla visione che poi si protrae per un certo lapsus di tempo, diciamo così. Sei tu che decidi cosa guardare, quando guardare e fin quando guardare. Si potrebbe dire dunque che si usa riferendosi a cose in azione o in movimentodi solito per una certa durata nel tempo.

Sei ancora sulla tua spiaggia preferita ma ora ti sei spostato e sistemato tra li primi posti a sedere vicino allo schermo posizionato strategicamente ed in occasione di una trasmissione televisiva particolare. Infatti è sabato pomeriggio e, come annunciato sulla locandina all’ingresso dello stabilimento balneare, c’è la partita di beach volley femminile, ed è già incominciata! Perciò, per indicare che… “tu stai guardando la partita di beach volley in TV” dirai…
“I’m watching the women’s beach volleyball game on TV”.

Ecco, vedi? Come volevasi dimostrare, mentre per un italiano in questi casi ci sarebbe stato bisogno praticamente di un unico e solo verbo da usare in tutte e tre le situazioni, per un inglese non sarebbe stata la stessa cosa. E questo non è mica un caso isolato! Come ti accennavo all’inizio di questo articolo, di verbi confusionari ci sono tanti! Ci intratterremo con loro però in un’altra occasione.

In tutti i modi per concludere ora con questo trio e perché tu faccia meno fatica a ricordare ognuno di questi verbi con la sua giusta traduzione ed utilizzo, ci si potrebbe sintetizzare il tutto dicendo che:

TO SEE corrisponde a VEDERE; si vede perché balza all’occhio.
TO LOOK corrisponde a GUARDARE; si guarda per cogliere qualche dato.
TO WATCH corrisponde a OSSERVARE; si impiega il tempo guardando.


“I saw the Iron Maiden concert in Milan”.“I like to look at colorful art in museums”.
“John loves watching the football match on TV”.

Tieni presente però che in linea generale…
To See si usa per eventi pubblici come concerti, partite, film, spettacoli teatrali, mentre per la televisione, si usa il verbo To Watch.

Insomma, ora hai tutti gli strumenti per capire quando usare See, Look, Watch!

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Pubblicato da corsiling

Marcela Mingrone, argentina di Buenos Aires, ufficialmente è una insegnante d'inglese ed ufficiosamente una traduttrice. Nata e vissuta nel suo paese nativo per i suoi primi anni di vita, si trasferisce in Italia, paese che tuttora l'accoglie e che lei ha fatto casa sua. dopo i suoi studi sulla lingua inglese. e durante il suo percorso come insegnante, prova sulla propria pelle cosa vuol dire imparare ed insegnare con metodi tradizionali, sinonimo, nella maggior parte dei casi, di corsi noiosi e perfino austeri, ottenendo come risultato apprendimenti faticosi ed inefficaci. È così che nasce una tecnica di insegnamento tutta sua. Portando la sua esperienza come allieva e la sua capacità come insegnante, si dedica ad educare. grandi e piccini, servendosi del divertimento, tuttavia senza tralasciare l'importanza e la qualità dei contenuti. Consapevole di non poter insegnare la lingua inglese come lo farebbe un nativo anglosassone, la sua tecnica si focalizza su tutte quelle difficoltà che un italiano deve affrontare quando si affaccia all'apprendimento di questa lingua, capendo ed anticipando quelli che possono essere gli ostacoli durante lo studio, e proprio perché affrontate da lei stessa nel proprio percorso formativo.

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